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Rubrica “Milano e i suoi architetti”: una serie di brevi ritratti degli architetti che hanno contribuito a disegnare il volto della città nel corso del Novecento.
Inaugura oggi la rubrica “Milano e i suoi architetti”: ogni mese, un ritratto dedicato a un grande dell’architettura del Novecento che ha legato la sua vita e la sua opera a Milano. Per iniziare, seguiamo per la città le tracce del grande Gio Ponti. Ecco la seconda puntata della rubrica “Milano e i suoi architetti”: ogni mese, un ritratto dedicato a un grande dell’architettura del Novecento che ha legato la sua vita e la sua opera a Milano. Oggi ripercorriamo la storia dello studio BBPR, la storia di quattro architetti che hanno attraversato il Novecento, tra i drammi della guerra e la necessità di ricostruire, tra avanguardia razionalista e volontà di dialogare con la storia.Siamo alla quinta puntata della rubrica “Milano e i suoi architetti”: ogni mese, un ritratto dedicato a un grande dell’architettura del Novecento che ha legato la sua vita e la sua opera a Milano. Oggi è il turno di Piero Bottoni, architetto e urbanista che a Milano ha costruito una montagna e le ha dato il nome di sua moglie.Era il 2012 e il collettivo MACAO occupò la Torre Galfa suscitando nei milanesi interesse, entusiasmi e discussioni a non finire. Pochi, però, conoscono la storia di quell’edificio e del suo geniale artefice: Melchiorre Bega. L’architetto che ha sfidato Gio Ponti in una competizione a base di calcestruzzo armato per il dominio della skyline meneghina; e ha curato gli arredi interni del panfilo Diana; e ha progettato il più iconico degli autogrill a ponte; e molto altro. Questo è il suo ritratto.Siamo all’ultima puntata della rubrica “Milano e i suoi architetti”: ogni mese, un ritratto dedicato a un grande dell’architettura del Novecento che ha legato la sua vita e la sua opera a Milano. Chiudiamo in bellezza con Franco Albini, uno dei punti più alti raggiunti dalla scuola milanese: dai quartieri popolari agli interventi museografici, dalla Linea rossa della metropolitana al design, ecco un ritratto del grande architetto.
Esistono principi elementari a cui sia possibile ridurre ogni progetto architettonico? La mostra Sempering, al Mudec, cerca di rispondere. E poi: il design dialoga con l’architettura e si riscopre un grande teorico dell’Ottocento. Da non perdere.Al palazzo della permanente una mostra curata da Gillo Dorfles e Aldo Colonetti riflette sul concetto di approssimazione. Ne abbiamo parlato con Riccardo Blumer che ha curato l’allestimento e collaborato al progetto: tra granate e profumi, frattali e compassi, per avvicinarsi alla precisione.